Negli Stati Uniti il Made in Italy colloca subito dopo il prodotto locale.
Agli statunitensi piace comprare referenze agroalimentari italiane. La tendenza è conferma da una recente ricerca “Growing seeds forum” di Nomisma, che ha indagato l’interesse del consumatore americano all’acquisto di prodotti Made in Italy (l’indagine, svolta nel corso del 2015, ha coinvolto 1.820 responsabili di acquisto delle famiglie statunitensi, nelle aree: New York, Los Angeles, Chicago, Boston, Miami, San Francisco).
Secondo tale ricerca, sebbene il 73% della spesa alimentare della famiglia americana sia rappresentata da prodotti Made in Usa, il rimanente 27% del carrello è costituito soprattutto da prodotti Made in Italy. L’Italia è inoltre il primo paese riconosciuto per qualità dei prodotti (26%), distaccando notevolmente paesi come il vicino Canada (13%) o con una apprezzata tradizione alimentare come la Francia e la Spagna (che si fermano al 10%).
Oltre il 40% del campione americano giudica la qualità del nostro agroalimentare superiore rispetto alla produzione locale. A patto che si tratti di prodotto veramente italiano, dove “Made in Italy”, per il 33% dei rispondenti, significa “prodotto realizzato con ingredienti al 100% italiani”.
L’autenticità degli alimenti, del resto, è importante per l’85% dei rispondenti, percentuale che supera il 90% quando si tratta di esprimere l’interesse per i sistemi di tutela della produzione, che sono intesi soprattutto come garanzia di sicurezza e di qualità dei cibi.
Per essere certi dell’origine italiana dei prodotto, gli americani sono anche disposti a spendere qualcosa in più: è così per oltre il 70% degli intervistati.
Per approfondimenti sul tema dell’internazionalizzazione vi consigliamo il Manuale dell’export manager. Politiche e tecniche di penetrazione dei mercati esteri
Fonte: Nomisma . Mark Up