Come sarà il futuro dell’agricoltura, in uno scenario che vede la progressiva scomparsa di terreno fertile, a causa del cambiamento climatico, dell’agricoltura intensiva e del crescente fabbisogno alimentare mondiale?
Il suolo ricco di elementi nutritivi è la risorsa più sfruttata in campo agricolo e produce circa il 95% degli alimenti che consumiamo. Allo stesso tempo i suoli fertili stanno scomparendo rapidamente: un terzo dei terreni mondiali viene già impiegato per la produzione alimentare e un maggiore sfruttamento potrebbe danneggiare biodiversità ed ecosistemi.
Ogni minuto che passa il pianeta perde l’equivalente di 30 campi da calcio a causa del cambiamento climatico e dell’agricoltura intensiva.
Ogni minuto che passa il pianeta perde l’equivalente di 30 campi da calcio a causa della riduzione della risorsa idrica e dell’utilizzo di erbicidi e fitofarmaci.
Secondo la Fao, se non adotteremo nuovi approcci, nel 2050 la quantità di terra arabile e produttiva disponibile per persona si ridurrà a un quarto dei livelli registrati nel 1960.
Occorre un nuovo approccio, un nuovo modello.
E quale modello potrebbe aiutarci in questa missione audace?
La risposta è semplice. Eliminare il suolo, il terreno agricolo.
Oggi esistono tecnologie in via di sperimentazione e/o ampiamente sperimentate che offrono maggiori rese, riducono il consumo di acqua e migliore controllo delle potenziali malattie.
Oggi esistono sistemi di produzione agricola che non necessitano di pesticidi o di antiparassitari – infestanti.
Sappiate che l’agricoltura biologica non potrà mai sfamare il continuo aumento demografico.
La domanda di cibo mondiale , secondo il metodo biologico, cioè coltivazione legata al terreno, al suolo, può essere soddisfatta solo nel caso trovassimo un altro pianeta coltivabile grande quanto Marte.
Coltivare senza suolo, senza terreno, vuol dire sfruttare gli spazi in modo efficiente.
Vuol dire replicare ciò che è avvenuto con la rivoluzione industriale: lasciare il mondo rurale per andare ad abitare in città, in appartamenti distribuiti su più piani.
Nel futuro il 90% della popolazione sarà concentrata nelle città. Tenetelo a mente.
La stessa cosa sarà per l’agricoltura. La fattoria, l’azienda agricola del futuro sarà su più piani. Si coltiveranno pareti, si coltiveranno palazzi, si coltiverà in mare e in zone aride e desertiche. Si dissalerà acqua di mare per ottenere acqua irrigua.
I nuovi sistemi utilizzano il 90% in meno di acqua (sistemi chiusi, recupero degli apporti nutritivi, sterilizzazione agli UV e re immissione nel sistema)
Si recupera l’acqua piovana per reimmetterla nel sistema.
L’apporto nutritivo sarà regolato da algoritmi climatici ed ambientali (temperature, CO2, pH, conducibilità, concentrazione di CO2, luce PAR (solo una parte della luce viene utilizzata dalle piante). Algoritmi che metteranno a disposizione a tutte le latitudini vere e proprie ricette climatiche. Algoritmi che aumentano le rese fino a 10 volte, controllano i parassiti e la deperibilità dei prodotti.
Lo scambio averrà nelle città dal produttore alla tavola. Anzi sarà lo stesso consumatore che raccoglierà il fabbisogno energetico delle giornata (il chilometro zero verso il centimetro zero).
Per il settore si prevede un tasso di crescita annuo composto del 16,8% entro il 2020. Il valore in dollari delle colture fuori suolo, idroponiche ed aeroponiche dovrebbe raggiungere i 27 miliardi di dollari entro il 2020 (dai 18,8 miliardi nel 2014).
Personalmente studio l’aeroponica ad alta pressione (HPA) per circa venti anni.
Oggi insieme ad investitori, e tecnici raffiniamo la tecnologia e il controllo delle variabili climatiche e nutritive.
Una nostra sperimentazione in Sicilia ci ha permesso di produrre pomodoro grappolo da piante con radici sospese in aria distribuiti secondo un piano verticale ed orizzontale. Ogni pianta alla fine del ciclo annuale ha fatto registrare una resa di circa 25 kg con riduzione dei costi idrici del 80% e dei costi per nutrienti del 65%. Il sesto di impianto è di 9 piante per mq.
Ho simulato la fattibilità economica finanziaria di una serra foto catalitica di circa 5000 mq suddivisa per la produzione di 3 colture: Insalate, fragole, basilico.
I prodotti sono confezionati in buste (IV gamma) e contenitori in plastica per fragole.
Il ciclo continuo (produzione tutto l’anno a prescindere delle condizioni ambientali esterne) ci permette di commercializzare 1.344.000 confezioni da 200 g di inalaste in busta, 2.560.000 vaschette di fragole da 200 g. e 1.843.200 vasetti di piante da basilico.
Sono stati calcolati gli investimenti, gli ammortamenti, le azioni di marketing, salari e stipendi, costi di coltivazione e costi generali.
L’investimento è finanziato per il 44,75 % da investitori istituzionali e privati, per il 46,31% dall’imprenditore proponente che accede anche a fondi strutturali tipo PSR, e per l’8,95 dal sottoscritto in work equity.
E’ stato calcolato il valore della quota di un euro sottoscritta per la realizzazione del progetto della serra aeroponica a ciclo continuo. Il valore della quota passa da 1 € al valore di € 11,47 al 6° anno di attività.
Tale valore è ottenuto ipotizzando una crescita del 2% anno ed un tasso di attualizzazione del capitale investito del 12%.
Ecco i maggiori impatti e risultati attesi della serra aeroponica:
Oggi in nostri sforzi sono in direzione di ridurre i costi di investimento.
Attualmente un nostro sistema a serra in aeroponica, a parità di superficie occupata, costa 10 volte in meno del sistema a tecnologia idroponica proposto da aziende americane.
Di Dott. Bartolomeo Uccio Pazienza
Fonti: www.adnkronos.com – Pictet Agriculture Bank