Come sapete fra i criteri di punteggio, del PSR 2014 -2020, vi è il grado di innovazione del progetto di investimento. Alcuni PSR richiedono un brevetto o acquisti di attrezzature e macchinari immessi nel mercato da meno di due anni. Oppure un nuovo modello di business. Oggi parliamo di innovazione serra.
La serra per la produzione di ortofrutta, fiori, piante e vivaio non è più considerata una innovazione in quanto da parecchi anni le tipologie sono sempre le stesse: a tunnel, a padiglione, a falde.
Come è noto ai coltivatori, in serra le condizioni che determinano la possibilità di coltivare economicamente specie vegetali sono rappresentate dal microclima dell’ambiente e dalla possibilità di crescere le piantine in assenza di insetti nocivi.
Pertanto, per ottenere un microclima favorevole, si utilizzano serre in struttura metallica coperte da film plastici o policarbonato. Per evitare la presenza di insetti nocivi alle colture si utilizzano invece reti anti-insetti.
I principali fattori che influenzano la produzione agricola sono: temperatura, umidità, luminosità, concentrazione di C02, variabili che nei sistemi più avanzati sono controllati artificialmente.
Sono di solito serre con copertura in vetro o policarbonato, dove il controllo del microclima interno viene effettuato senza scambi di massa con l’ambiente esterno, per tale motivo queste serre sono anche definite come “sistema chiuso” serra.
Tale tipologia di serra consente di ottenere grandi produzioni e di alta qualità per tutto l’anno, ma al contempo comporta elevati investimenti iniziali, elevati costi di gestione ed elevati consumi energetici.
Per tali motivo tali serre si sono diffuse nelle zone a clima freddo, mentre in aree con un clima più temperato e in zone calde, per esempio, nei territori del bacino del Mediterraneo, questo tipo di serre è utilizzato solo raramente e soprattutto nel settore floricolo, con elevati ritorni economici
Allo stato attuale le serre tipiche della zona mediterranea sono strutture semplici che utilizzano pellicole di plastica in polietilene e hanno scarsa capacità di ventilazione naturale, determinando così un microclima che è spesso sfavorevole per la coltivazione della maggior parte delle colture orticole coltivate in aree mediterranee, in particolare durante il periodo estivo.
Nella zona mediterranea, soprattutto verso il sud, è più difficile raffreddare la serra in estate che scaldarla in inverno. Bisognerà quindi ricorrere a tecniche diverse per raggiungere dei climi adeguati.
Ricerche hanno dimostrato che lo strumento più potente per il condizionamento in serra è la ventilazione naturale o effetto camino – vento.
Il miglior tasso di ventilazione si ottiene quando le strutture sono dotate di aperture laterali e aperture al tetto.
La forma dell’apertura al tetto deve seguire il profilo della struttura, il rapporto tra la superficie totale delle aperture e la superficie coperta deve essere massimizzata, più alta è la serra meglio è.
Alcune aziende hanno cercato di migliorare il tasso di ventilazione naturale creando finestre nella regione superiore delle pareti frontali e / o aumentando l’altezza alla gronda fino a 3 m. Queste misure hanno determinato un miglioramento del microclima interno, miglioramento che non è mai stato quantificato, ma hanno causato al contempo diversi inconvenienti che sono stati affrontati adottando ulteriori misure.
Altri hanno optato con aperture automatiche al colmo e alla falda con investimenti in termini di automatismo e relativa manutenzione, Tali aperture sono chiuse in caso di forti venti al fine di mitigare il rischio di danneggiamento sia della serra che delle colture.
Altro elemento da sottolineare è la continua diffusione di insetti sempre più aggressivi nei confronti delle colture, come la Tuta absoluta. Combattere tali insetti è possibile attraverso il ricorso a sostanze fitochimiche in dosaggi sempre crescenti, rendendo spesso impossibile offrire prodotti agricoli ad elevata sicurezza igienico-sanitaria e al contempo essere competitivi sul mercato.
È quindi evidente che vi è l’esigenza di migliorare la ventilazione, utilizzando sistemi economici semplici e superare i fallimenti fino ad oggi conseguiti
Un nuovo brevetto ha immesso sul mercato una nuova tipologia di serra a ventilazione naturale. Ciò significa che non sono necessarie energie di qualsiasi tipo per ventilarla e mantenere al contempo il microclima tipico. Semplicemente perche la serra è sempre aperta, 360 gg anno.
La struttura in progetto è sempre protetta contro eventi ventosi, anche di notevole intensità, poiché è utilizzato un profilo arcuato al tetto cil quale permette al vento di fluire senza ostacoli sulla struttura ed esso trova facilmente fuga dal tetto della serra che è sempre aperta , esponendo così la struttura a sollecitazioni ridotte.
La serra presenta una configurazione fissa che non richiede modifiche in caso di eventi climatici sfavorevoli, perché la forma interna della struttura permette di intercettare il vento senza la necessità di installare sistemi di monitoraggio a sensori.
Riassumendo i
VANTAGGI
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La nuova serra risolve il problema del riscaldamento in quanto sempre aperta al colmo
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permette l’esplicarsi permanente ed efficace dell’effetto camino
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non abbisogna di alcun automatismo di apertura e chiusura al colmo
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è sempre protetta rispetto agli eventi ventosi
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è sempre chiusa rispetto agli eventi climatici avversi (pioggia, temporali),
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ha costi comparabili agli attuali tunnel serra con necessità di manutenzione minima.
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La nuova serra innovativa rientra pienamente nei criteri di innovazione richiesti dai bandi PSR 2014 – 2020
La serra è stata brevettata dal CREA insieme alla Opus et Vita s.r.l.
La serra appartiene alla categoria B10 così come definita nella normativa UNI EN 13031
Articolo a cura del Dott. Bartolomeo Uccio Pazienza
Fonte: CRA Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura – Scarpa – Santonicola
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