La coltivazione in biologico di frutta, verdure, ortaggi e di specie medicinali impone l’accettazione del concetto di convivenza della coltura con le fitocenosi spontanee le cosiddette erbe infestanti.
La gestione agronomica delle erbe infestanti risulta comunque essenziale per il raggiungimento di produzioni economicamente sostenibili sia sotto un profilo quantitativo che qualitativo (Maas, 1978).
L’interferenza coltura – malerba, sia di tipo competitivo che allelopatico, tende infatti a determinare quel calo di resa che quasi sempre è aggravato dall’indesiderata presenza di residui di malerbe nel prodotto raccolto.
Inoltre la presenza delle erbe infestanti , risulta talvolta di particolare dannosità quando essi conferiscano sgradevoli caratteristiche organolettiche al prodotto finito o persino tossicità nei casi in cui le impurezze derivano da piante tossiche o persino velenose.
D’altra parte, la mancanza di metodi non-chimici risolutivi nel controllo dell’infestazione, vista l’incompatibilità dell’erbicida chimico con i sistemi di coltivazione “biologica”, risulta particolarmente penalizzante. Ciò avviene soprattutto nel caso delle colture medicinali il cui grado di competitività nei confronti delle malerbe risulta solitamente scarso.
Pertanto al fine di evitare contaminazione e scambio ionico di veleni e tossicità da piante infestanti alla nostra coltivazione biologica le soluzioni sono le seguenti:
- Riconoscere le piante infestanti ed estirparle in tempo utile al fine di prevenire la contaminazione
- Fare analisi biologiche della biomassa raccolta con notevole aumento dei costi di produzione
- Utilizzare la tecnica della falsa semina per disorientare le erbe infestanti. Tale metodo presuppone nell’agricoltore ampia conoscenza e prevedibilità dei fenomeni causa-effetto tra le tecniche agronomiche adottate e la dinamica di infestazione delle varie colture.
- Ottimizzare al meglio le pratiche agronomiche (avvicendamento, lavorazione del suolo, localizzazione degli input irrigui e nutrizionali, ecc.), in modo da ostacolarne al meglio la dinamica di sviluppo. Tale tecnica è debole rispetto ad un mercato che ricerca uniformità delle caratteristiche organolettiche, programmazione e certezza dei quantitativi conferiti per settimana.
Una soluzione radicale, dirompente è l’aeroponica.
In aeroponica non si utilizza terreno e pertanto le erbe infestanti non possono crescere e vegetare. Inoltre le operazioni colturali sono quasi totalmente azzerati, in quanto gestibiili da software (agricoltura di precisone, internet delle cose), gli apporti nutritivi e i fabbisogni idrici sono drasticamente ridotti, la chimica azzerata in quanto non dobbiamo combattere patogeni e pesticidi presenti nel terreno.
In aeroponica è possibile standardizzare il prodotto in termini di principi bioattivi presenti nella parte edibile della pianta, radice, frutto e utilizzare qualsiasi parte residua per estrarne molecole di interesse farmaceutico e nutraceutico.
Il concetto è essenzialmente=
TERRA = BIOLOGICO
SPAZIO=AEROPONICO SENZA RESIDUI
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Fonte: Benvenuti S. Dipartimento di Agronomia e Gestione dell’Agroecosistema, Università di Pisa, Pisa.
Per Aeroponica: Bartolomeo Uccio Pazienza