La coltivazione dell’olivo e la produzione dell’olio sono due attività simbolo dell’agroalimentare italiano e trovano nel bacino del Mediterraneo la maggiore area di concentrazione mondiale.
L’olivicoltura interessa circa 1 milione di ettari della SAU nazionale e la trasformazione genera un fatturato di 3 miliardi di euro pari al 3% del totale dell’industria agroalimentare.
Alle tipiche zone di produzione del Mezzogiorno e dell’Italia centrale, si affianca un’interessante attività anche al Nord, soprattutto in Liguria e nella zona dei laghi prealpini.
La trasformazione dell’olio si configura come un’attività connessa alle aziende agricole e, al tempo stesso, come uno dei comparti di pregio dell’industria alimentare. In aggiunta agli aspetti strettamente economici, il comparto riveste da sempre una rilevanza in termini ambientali e territoriali.
Nell’ultimo ventennio si è assistito alla sostituzione del consumo di oli di semi con quello dell’olio di oliva e, in particolare, di quello extravergine che oggi costituisce la quota maggiore degli oli d’oliva consumati.
Tuttavia l’Italia è il paese che ha aumentato meno le proprie produzioni (+5%), mentre la Spagna le ha più che raddoppiate (+117%) insieme ad altri paesi quali Marocco, Siria e Turchia.
Il 70% della produzione mondiale resta ancora concentrato a livello europeo, dove Spagna ed Italia continuano ad avere un ruolo da protagoniste, detenendo rispettivamente il 66% ed il 20% dell’intera produzione comunitaria.
Fra i Paesi importatori l’Italia, non riuscendo a coprire i consumi interni con il proprio prodotto, è al primo posto con un volume in entrata pari a 1,5 volte quello in uscita che, tuttavia, è pressoché pari in valore: le esportazioni dall’Italia, infatti, si indirizzano in prevalenza verso i mercati dei Paesi sviluppati in sostituzione dei consumi di grassi animali e sono costituite per il 76% da oli di pregio (vergine ed extravergine).
Fonte:
Fondazione di Bolzano, Fondazione Cariplo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Parma, Fondazione Banco di Sardegna, Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Teramo, Fondazione Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone e Fondazione con il Sud.