Diverse sono le definizioni riconducibili all’Agricoltura di Precisione tra le quali quella di Pierce e Novak (1999) che la definisce : “un sistema che fornisce gli strumenti per fare la cosa giusta, nel posto giusto, al momento giusto”, dove per “cosa giusta” si intende un intervento agronomico.
In realtà, le recenti innovazioni tecnologiche portano ad un ampliamento delle opportunità di applicazione e, pertanto, tale definizione si può estendere.
Secondo una definizione più estensiva di Agricoltura di precisione, questa può essere descritta come “una gestione aziendale (agricola, ma anche forestale e zootecnica) basata sull’osservazione, la misura e la risposta dell’insieme di variabili quanti-qualitative inter ed intra-campo che intervengono nell’ordinamento produttivo. Ciò al fine di definire, dopo analisi dei dati sito-specifici, un sistema di supporto decisionale per l’intera gestione aziendale, con l’obiettivo di ottimizzare i rendimenti nell’ottica di una sostenibilità avanzata di tipo climatico e ambientale, economico, produttivo e sociale”.
Il National Research Council americano (1997) invece la definisce: “Una strategia che usa le tecnologie d’informazione per integrare dati provenienti da più strati informativi ai fini decisionali per la gestione dei sistemi agricoli”.
I benefici attesi sono:
1. Ottimizzazione dell’efficienza produttiva e qualitativa;
2. Riduzione dei costi aziendali;
3. Ottimizzazione degli input, minimizzando gli impatti ambientali;
4. Creazione di opportunità imprenditoriali come aziende di consulenza, contoterzismo e innovation broker.
Le principali tecnologie abilitanti sono:
- Tecnologie di elettronica (di base o anche molto avanzate) preposte sia all’acquisizione del dato (monitoraggio), sia all’impiego dell’informazione all’interno del contesto produttivo (controllo operativo); sono, pertanto, tecnologie che generano e usano informazioni nella fase iniziale e finale del ciclo produttivo;
- Tecnologie di posizionamento con le quali le informazioni per il ciclo produttivo si integrano con ulteriori dati indispensabili quando entra in gioco una dimensione spaziale (o sito-specifica) del processo produttivo;
- Tecnologie informatiche hardware per la gestione fisica dei dati, ovvero la disponibilità di sistemi e supporti o canali fisici per la loro visualizzazione, conservazione, trasmissione (tramite reti e sistemi di telecomunicazioni di vario tipo) e fruibilità;
- Tecnologie informatiche software preposte all’elaborazione delle informazioni e all’interfacciamento delle funzionalità digitali dell’hardware ai fini della fruibilità per gli utenti finali. In questo ambito rientrano anche tutti i sistemi di supporto alle decisioni e alla definizione di sistemi software di analisi, anche automatizzata, in grado di stabilire le attuazioni attraverso altri tipi di sistemi (idraulici, elettronici, meccanici).
L’impiego di queste tecnologie, in tutto o in parte, contribuisce ad ottenere una serie di benefici agronomici, e quindi produttivi, economici ed ambientali, risultanti dall’ottimizzazione degli input, nonché dalla riduzione della pressione esercitata dai sistemi agricoli sull’ambiente.
La precisione introdotta dalle tecnologie, di fatti consente, sia per le produzioni in pieno campo, sia per le colture protette, di effettuare una distribuzione mirata dei principali fattori della produzione (acqua, fertilizzanti, prodotti fitosanitari) solo dove serve e nella quantità corrispondente al reale fabbisogno della coltivazione in atto.
Inoltre, l’impiego dei sensori consente anche un monitoraggio in tempo reale dello stato di salute delle colture, controllando per esempio l’insorgenza di fitopatologie o le condizioni ambientali, oppure riducendo pratiche agronomiche non ben calibrate che potrebbero indurre patogenesi nelle piante stesse.
Ciò comporta anche il risparmio di sostanze chimiche di sintesi necessarie per la difesa delle colture, con risvolti positivi anche nei riguardi dell’ambiente.
Esempio
Con le prossime tecnologie sarà possibile monitorare il livello di salute delle foglie (circa 3 x 3 cm) e le macchie sulle foglie (circa 0,5 x 0,5 cm), grazie ai sistemi di diagnostica ottica automatizzata. I sensori ottici automatizzati e la pianificazione intelligente consentiranno di prevenire le malattie non rilevabili con i mezzi tradizionali.
La mungitura automatica genera circa 120 variabili di dati per vacca al giorno, quali movimenti, mangime distribuito, latte prodotto, qualità del latte, temperatura, tossi e altre patologie del bestiame ecc. Nell’UE la produzione media annua di latte per vacca è pari a 6 915 kg, alcune aziende agricole dimostrative che usano la mungitura di precisione producono quasi il doppio, vale a dire 12 000 kg di latte l’anno, con le stesse risorse agricole rispetto alle aziende lattiero-casearie tradizionali.
Fonte:
Piano strategico per l’innovazione e la ricerca nel settore agricolo alimentare e forestale (2014-2020) approvato con Decreto Mipaaf n. 7139 del 01.04.2015 (Mipaaf, 2015).
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