L’agricoltura biologica si fonda su principi e pratiche ideati e tesi a minimizzare l’impatto umano nell’ambiente e allo stesso tempo permettere al sistema agricolo di operare nel modo più naturale possibile.
Le pratiche agricole biologiche generalmente includono:
- La rotazione delle colture per un uso efficiente delle risorse locali.
- Limiti molto ristretti nell’uso di pesticidi e fertilizzanti sintetici, antibiotici nell’allevamento degli animali, additivi negli alimenti e coadiuvanti, e altri fattori produttivi.
- Il divieto dell’uso di organismi geneticamente modificati (OGM)
- L’uso efficace delle risorse del luogo, come per esempio l’utilizzo del letame per fertilizzare la terra o la coltivazione dei foraggi per il bestiame all’interno dell’azienda agricola
- La scelta di piante ad animali che resistono alle malattie e si adattano alle condizioni del luogo
- Allevare gli animali a stabulazione libera, all’aperto e nutrendoli con foraggio biologico
- Utilizzare pratiche di allevamento appropriate per le differenti specie di bestiame
Ma l’agricoltura biologica è anche parte di una filiera che comprende la produzione, la trasformazione degli alimenti, la distribuzione e la vendita al consumatore finale.
Ogni passaggio di questa catena deve operare nel rispetto di specifici regolamenti comunitari, che sono stati sviluppati nel rispetto degli ecosistemi e delle specie animali che li popolano.
Lungo tutta la filiera opera il controllo degli Organismi di Certificazione che garantiscono l’osservanza delle regole stabilite .
Nel 2013 gli operatori certificati sono 52.383 di cui: 41.513 produttori esclusivi; 6.154 preparatori esclusivi (comprese le aziende che effettuano attività di vendita al dettaglio); 4.456 che effettuano sia attività di produzione che di preparazione; 260 operatori che effettuano attività di importazione.
Rispetto ai dati riferiti al 2012 si rileva un aumento complessivo del numero di operatori
del 5,4%.
La distribuzione degli operatori sul territorio nazionale vede, come per gli anni passati, la
Sicilia seguita dalla Calabria tra le regioni con maggiore presenza di aziende agricole
biologiche; mentre per il numero di aziende di trasformazione impegnate nel settore la
leadership spetta alla Toscana seguita da Emilia Romagna e Puglia.
La superficie coltivata secondo il metodo biologico, risulta pari a 1.317.177 ettari, con
un aumento complessivo, rispetto all’anno precedente, del 12,8%.
I principali orientamenti produttivi sono i pascoli, il foraggio e i cereali. Segue, in ordine di
estensione, la superficie investita ad olivicoltura.
Fonte: SINAB – Ministero Politiche Agricole