Dopo anni di sperimentazione arriva sul mercato un prodotto senza metalli pesanti e residui di Nichel.
Il prodotto è ottenuto con nebulizzazione alle radici di sostanze nutritive ed ossigeno. Nessun pesticida, antiparassitario ed erbicida è utilizzato per la protezione delle piante.
Le radici nude non hanno alcun contatto con il terreno, il quale è un vero e proprio deposito di metalli pesanti, di antibiotici, di pesticidi, sostanze volatili, residui di escreti di uccelli migratori e di chimica di sintesi.
Da analisi di laboratorio sul prodotto coltivato a sistema aeroponico non si rileva nessuna traccia di Nichel, processi di mineralizzazione o presenza di altri metalli pesanti.
L’allergia al nichel è una fra le più difficili da combattere o da controllare poiché questo metallo, seppure in modeste quantità, è presente un po’ ovunque. Il primo sintomo che può indurre a sospettare una possibile reazione a questo metallo o alle leghe che lo contengono, è la comparsa di una dermatite da contatto che si sviluppa di norma sulla cute delle mani quando queste toccano parti metalliche di orologi e occhiali, accendini, cellulari, maniglie, forbici, stoviglie e pentole; al lobo delle orecchie.
Il 20% dei casi la reazione allergica può essere causata dall’assunzione di alimenti, soprattutto di origine vegetale, che contengono il nichel in quantità che variano a seconda del tipo di cibo.
Gli alimenti contenenti nichel sono: albicocche, cavoli, spinaci, arachidi, carote, pomodori, ostriche, fichi, cipolle, asparagi, lenticchie, farina di grano intero, fagioli, liquirizia, pere cotte e crude, funghi, mais, lattuga, piselli, mandorle, thè, aragosta, margarina, cacao e cioccolato, avocado, mirtilli, avena, grano saraceno, noci e nocciole, broccoli, patate, lievito in polvere, ma anche alimenti cotti o conservanti in recipienti di metallo.
In tale contesto la Sicilia vanta il primato di aver prodotto un orticolo privo di Nichel e ricco di polifenoli.
Si tratta di pomodoro della Varietà Pixel allevato a sistema aeroponico, in ambiente protetto (serra), a luce solare, a radice nuda e quindi senza utilizzo di alcun substrato organico ed inorganico.
I residui della fertirrigazione sono recuperati sterilizzati e reimmessi nel ciclo nutritivo delle piante.
L’assenza di deposito di fertilizzante alle radici evita la sintesi chimica delle molecole di Azoto, Fosforo, Potassio e microrelementi.
Fonte: Fondazione Veronesi, Bartolomeo, Uccio Pazienza, G. Distefano