I principali paesi produttori di olio d’oliva sono Spagna, Italia, Grecia, Tunisia e Turchia.
Negli ultimi tempi l’olivo si è diffuso al di fuori del Mediterraneo ed è ora coltivato e raccolto in molti paesi tra cui Argentina, Australia, Cile, Sud Africa, Perù, USA, Giappone e Cina.
Il Consiglio oleicolo internazionale (CIO) è la principale agenzia che riferisce sull’industria olivicola a livello globale. Secondo il CIO, si prevede che la produzione mondiale di olio d’oliva nella stagione 2020/2021 raggiungerà le 3.105.000 tonnellate (circa 3,4 miliardi di litri), con la produzione UE in aumento dell’1% e la produzione extra UE in calo del 2% rispetto alla media quinquennale.
Il calo della produzione extra UE è principalmente legato alla previsione di un raccolto inferiore per la Tunisia rispetto all’anno precedente.
Si prevede che la Spagna rimarrà il più grande produttore mondiale di olio d’oliva, una posizione che mantiene da oltre 20 anni, tenendo conto per una quota di mercato stimata del 50% della produzione globale totale come evidenziato nella figura (2020/2021)
La coltivazione dell’olivo e la produzione dell’olio d’oliva sono generalmente praticate con metodi di coltivazione tradizionali (in asciutto o irrigato). I metodi tradizionali sono in genere adottati in aziende agricole di piccole dimensioni che utilizzano poca o nessuna automazione della raccolta, con drupe conferite ai frantoi cooperativi per la frantumazione.
In Spagna, l’oliveto medio è di soli quattro ettari (92% degli uliveti spagnoli sono meno di dieci ettari) ed ospitano 80-120 alberi per ettaro.