La coltivazione del pomodoro in fuori suolo è una tecnica innovativa che permette di ottenere prodotti di qualità, rispettando l’ambiente e riducendo i consumi di risorse.
Si tratta di coltivare le piante su un substrato inerte, come la lana di roccia o la fibra di cocco, e fornire loro acqua e nutrienti attraverso un sistema di irrigazione controllato.
In questo modo si evita il contatto con il terreno e i suoi agenti patogeni, si limita l’uso di pesticidi e fertilizzanti, si recupera l’acqua in eccesso e si ottimizza lo spazio disponibile.
Questa tecnica è particolarmente adatta alle serre, dove si può creare un microclima ideale per le piante e sfruttare l’energia solare o altre fonti rinnovabili per il riscaldamento e l’illuminazione.
Inoltre, si può integrare la coltivazione con la produzione di energia da biogas, ricavato dai residui vegetali, o con la cattura della CO2 per favorire la fotosintesi.
In Italia ci sono diverse aziende agricole che hanno adottato la coltivazione del pomodoro in fuori suolo, ottenendo risultati eccellenti sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.
Vediamo quali sono le 5 migliori in Italia, a nostro parere.
Fresh Guru: si tratta di una realtà innovativa nata nel 2016 in Emilia-Romagna, che coltiva pomodori in serre riscaldate con recupero energia da centrale biogas e illuminate con LED a basso consumo.
I pomodori sono puliti, sani, saporiti e freschi, grazie al clima controllato, all’impollinazione naturale, alla lotta biologica e ai controlli qualitativi.
Planet Farms: è la vertical farm più grande d’Europa, situata a Cavenago, vicino a Milano.
Si tratta di una struttura di oltre 9mila metri quadrati, dove si coltivano insalate ed erbe aromatiche in fuori suolo, con un sistema idroponico che riduce i consumi idrici del 90% rispetto all’agricoltura tradizionale.
La produzione è annuale, senza pesticidi e con elevato apporto nutrizionale. Planet Farms ha ricevuto il Premio Nazionale per l’Innovazione in Agricoltura da Confagricoltura nel 2021.
F.lli Lapietra: è un’azienda pugliese che coltiva pomodori a residuo zero e nichel-free nelle proprie serre fuori terra.
Si tratta di una produzione avanzata che riduce l’impatto ambientale e garantisce la sicurezza alimentare dei consumatori.
I pomodori sono coltivati con acqua piovana raccolta e filtrata, senza l’uso di sostanze chimiche e con l’ausilio di insetti utili.
Agricoltura 4.0: è un progetto che applica le tecnologie digitali alla produzione del pomodoro, per migliorare la gestione delle colture e ottimizzare i processi produttivi.
Si basa sull’uso di sensori, droni, robot, big data e intelligenza artificiale per monitorare le condizioni delle piante, prevenire le malattie, automatizzare le operazioni e tracciare la filiera.
Sfera: è una azienda innovativa che ha brevettato un sistema di coltivazione idroponica modulare e sospeso a forma di sfera.
Si tratta di una soluzione che consente di coltivare ortaggi in spazi ridotti e non convenzionali.
Sfera vuole portare la coltivazione idroponica ovunque sia utile e sostenibile farlo, contribuendo a ridurre l’impatto ambientale e a garantire il cibo all’umanità.