Stamani mi sono recato in una delle più belle spiagge siciliane, in località Scicli, quella del Commissario Montalbano per intenderci.
La cosa curiosa che invece di ammirare finissima sabbia dorata trovo tonnellate e tonnellate di canne della specie arundo donax.
Il motivo è semplice: un torrente si è ingrossato a causa di persistenti piogge e la forza dell’acqua ha riversato in spiaggia tutti i detriti, rifiuti e le biomasse vegetali incontrate lungo l’impetuoso percorso verso il mare. Pensate nel mezzo c’è anche una povera mucca, purtroppo travolta anch’ essa.
Cosa fare di tutta questa biomassa? Come risolvere il problema?
Ci viene incontro la bioeconomia.
Studi recenti dimostrano che la fermentazione anaerobica del trinciato di arundo donax produce circa 160 m3 di biogas per tonnellata. La quota di metano nel biogas prodotto è del 55-65%.
Inoltre, l’arundo donax ha un PCI di 5.100 kWh/ton, pertanto la canna comune è molto adatta alla combustione e altri tipi di conversione termochimica. E ancora, la canna comune è fra le colture ideali da cui ricavare cellulosa ed emicellulosa per la produzione di carburante rinnovabile.
Per risolvere il problema della spiaggia, e farla ritornare al suo vecchio splendore, suggeriamo agli amministratori della città di Scicli, di concerto con l’Assessorato Ambiente e Territorio Regione Sicilia, di indire una manifestazione di interesse che autorizzi il prelevamento di tale biomassa al fine di produrre pellet da destinate alla combustione pirolitica (Stufe a pellet o cogeneratori). Si tratta semplicemente di trinciare e macinare (mulino) a coltelli fino a 5 mm direttamente in spiaggia la biomassa, recuperarla sui mezzi di trasporto e pelletizzarla in azienda.
Da questa esperienza, inoltre, possono nascere delle start up agricole e non, volte alla coltivazione (non difficile) della canna in terreni marginali e la sua trasformazione ai fini energetici. Può essere concessa l’autorizzazione a prelevare, lungo il torrente Modica – Scicli, i residui delle canne comuni (servizio ambientale) e a prevenire, così nel periodo invernale il disastro a cui assistiamo in questo momento lungo il litorale che va da contrada Spinasanta sino a Pezza Filippa.
In alternativa, nell’immobilismo, tale pregiata biomassa sarà bruciata dai residenti con emissioni in atmosfera.
Per chi è interessato a tale attività nel campo della bioeconomia non esiti a contattarci possiamo aiutarvi nella progettazione e nella fattibilità del modello di business.
Dott. Bartolomeo Uccio Pazienza