La diversificazione delle attività delle aziende agricole (ospitalità, ristorazione, artigianato, produzione di energie rinnovabili, tutela del paesaggio, ecc.) è considerata come un valido strumento per aumentare la competitività aziendale, per intercettare le esigenze del mercato e ridurre il rischio di reddito.
Ciò spiega l’espansione delle attività secondarie in agricoltura e giustifica l’interesse della politica di sviluppo rurale affinché il sostegno dei PSR sia orientato a favorire ulteriormente questo sviluppo, perseguendo contestualmente anche obiettivi di tipo ambientale e sociale.
Le statistiche nazionali dimostrano lo sviluppo che hanno avuto negli ultimi 15 anni le
attività secondarie in agricoltura, cioè le attività non agricole svolte dalle aziende agricole: agriturismo, attività ricreative, sociali e didattiche; artigianato, lavorazione del legno; energia rinnovabile (fotovoltaico, biogas, biomasse); sistemazione di parchi e giardini; trasformazione dei prodotti vegetali (frutta), dei prodotti animali (carni) e del latte; vendita diretta e commercializzazione; produzione di mangimi; acquacoltura.
Se alle attività secondarie si aggiungono le attività connesse all’agricoltura (contoterzismo, prime lavorazioni dei prodotti agricoli, manutenzione del terreno, attività di supporto all’allevamento, ecc.), il ruolo delle cosiddette attività multifunzionali rispetto alla produzione è passato dal 14% del 2000 al 21% del 2015.
Le misure del PSR 2014 -2020 a cui sono riferibili le attività di diversificazione è la 6
“Sviluppo delle aziende agricole e delle imprese” (M6) e nello specifico le seguenti sotto-misure:
- 6.2: aiuti all’avviamento di attività imprenditoriali per attività extra-agricole nelle zone rurali;
- 6.4: sostegno a investimenti nella creazione e nello sviluppo di attività extra-agricole.
In relazione alla possibilità di presentare progetti tramite forme di cooperazione, occorre operare utilizzando la misura 16 (M16), nell’ambito della quale le Regioni, per favorire la diversificazione nelle aree rurali, possono attivare diverse sotto-misure:
- 16.3: cooperazione tra piccoli operatori per organizzare processi di lavoro in comune e condividere impianti e risorse, nonché per lo sviluppo e la commercializzazione dei servizi turistici;
- 16.4: sostegno alla cooperazione di filiera, sia orizzontale che verticale, per la creazione e lo sviluppo di filiere corte e mercati locali e sostegno ad attività promozionali a raggio locale connesse allo sviluppo delle filiere corte e dei mercati locali;
- 16.6: cooperazione di filiera per approvvigionamento sostenibile di biomasse per la produzione di Energia;
- 16.9: sostegno per la diversificazione delle attività agricole in attività riguardanti l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale, l’agricoltura sostenuta dalla comunità e l’educazione ambientale e alimentare.
Lo sviluppo di attività extra-agricole dovrebbe essere inoltre finalizzato alla promozione dell’occupazione e alla creazione di posti di lavoro qualificati nelle zone rurali, nonché al mantenimento dei posti di lavoro già esistenti ed alla riduzione delle fluttuazioni stagionali nell’occupazione.
Ciascuna Regione, in base alle proprie esigenze territoriali, sociali ed economiche, ha deciso di inserire all’interno della sotto-misura un certo numero di “operazioni” volte al soddisfacimento dei fabbisogni individuati nell’analisi di contesto dei PSR.
Per fare un esempio in Sicilia 6.4. Supporto alla diversificazione dell’attività agricola verso la creazione e sviluppo di attività extra-agricole ammette le seguenti attività:
- Agriturismo
- Recupero e valorizzazione di mestieri e attività artigianali
- Attività nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione
- Trasformazione e commercializzazione di prodotti agricoli di origine aziendale in prodotti non agricoli.
- Agricoltura sociale
- Servizi di manutenzione ambientale (aree Natura 2000, Parchi o Riserve)
- Fattorie didattiche
Fonte: Rete rurale