La risorsa geotermica a bassa entalpia per l’agricoltura è una fonte di energia pulita, gratuita, rinnovabile.
Il sistema geotermico accoppiato alle pompe di calore costituisce ad oggi il sistema di condizionamento più efficiente dal punto di vista energetico ed ambientale e, nei prossimi decenni, in questo campo è atteso un rilevante sviluppo grazie alle potenzialità degli impianti a pompa di calore geotermica.
I sistemi per l’approvvigionamento del calore ad uso diretto sono definiti a bassa entalpia e sono caratterizzati da una temperatura del serbatoio geotermico inferiore ai 90 °C.
Tali sistemi possono essere utilizzati in gran parte del territorio italiano, in quanto è possibile sfruttare il gradiente geotermico già al di sotto dei 15 metri di profondità dal piano campagna.
La geotermia a bassa entalpia risulta uno strumento vincente in quanto, oltre ad essere disponibile ovunque sulla superficie terrestre, è una forma di calore pulita, rinnovabile e sicura nel tempo ed ecocompatibile.
Per uso diretto del calore, si intende una vasta gamma di applicazioni:
- climatizzazione degli ambienti,
- produzione di acqua calda sanitaria (ACS),
- usi termali,
- usi agricoli: riscaldamento serre, pastorizzazione di derivati dal latte, essiccazione e fermentazione di prodotti alimentari)
- acquacoltura
- usi industriali.
Il calore terrestre deriva, in parte, dal calore residuo legato alla formazione del nostro Pianeta, in parte dai processi di decadimento degli elementi radioattivi (torio, uranio e potassio) presenti nel mantello.
La temperatura aumenta in maniera progressiva mano a mano che si scende in profondità, secondo il gradiente geotermico medio, ovvero si verifica un aumento di 30 °C per ogni km di profondità.
La propagazione del flusso di calore dall’interno della Terra verso la superficie terrestre avviene tramite un fluido termovettore, per fenomeni di trasmissione del calore per conduzione e convezione.
Rispetto agli impianti di riscaldamento convenzionali (PdC aria-aria), le PdC acqua-acqua offrono il vantaggio di sfruttare una risorsa termica (terreno o acqua) caratterizzata da una temperatura fissa e costante durante tutto l’anno, consentendo un cospicuo risparmio in termini di consumi energetici.
Le Pompe di Calore geotermiche, rispetto ai sistemi convenzionali di climatizzazione, offrono una riduzione dei consumi energetici del 30%-70% in riscaldamento e del 20%-50% in raffrescamento.
Negli ultimi anni, si sta pensando alla CO2 come nuovo fluido refrigerante della PdC: ciò comporta un minor impatto ambientale rispetto ai refrigeranti comunemente utilizzati e permette l’innalzamento, a parità di COP, della temperatura di fornitura all’utenza finale.
Fonte Enea