Produrre di più, ma con meno input. Un auspicio per l’Europa, un’urgente necessità per il mondo intero. «L’agricoltura – ricorda il Commissario europeo all’ambiente Janez Potocnik nel corso del recente Forum for the future of agricolture di Bruxelles – deve fare fronte, con risorse naturali sempre più limitate, alle richieste di cibo, energia e fibre di una popolazione destinata a raggiungere i 9 miliardi di persone entro il 2045». Un futuro apocalittico che sembra avvicinarsi ogni giorno di più (non si parlava del 2050 finora?).
Per fortuna la politica agricola europea ha cambiato marcia introducendo, nel secondo pilastro dello sviluppo rurale, misure per diffondere l’innovazione e un uso più efficiente delle risorse nella produzione agricola (presto scopriremo come verranno recepite nei 21 Psr italiani).
Che cosa significa meno imput?
- Introduzione di tecnologie che riducono il fabbisogno idrico, di fertilizzanti, di antiparassitari, di energia termica ed elettrica.
- Soluzioni costruttive che durano nel tempo
- Riduzione delle distanze fra i vari attori della filiera e dei mercati di sbocco
- Riduzione dello spazio destinato alla coltivazione
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