La coltivazione e trasformazione della Canapa per usi terapeutici in Italia

cannabis-legale-italiaQuando si parla di cannabis terapeutica, a livello europeo, l’Italia figura fra i paesi illuminati, all’avanguardia, almeno sulla carta. Nel concreto, ciò che vivono i malati italiani è paradossale sottolineando il grande divario fra legge e realtà. In poche parole si scrivono leggi per poi non applicarle.

Nei piani alti e sulle sedie che contano nessuno si vergogna di trattare le persone malate con la stessa empatia con la quale si relazionerebbe ad uno sgabello dell’Ikea e tutto ciò solo perché questi pazienti si curano con la marijuana.

Inoltre la legge prevede che chiunque può coltivarla dietro autorizzazione del Ministero della Sanità che di fatto, autorizzazione sempre negata in quanto l’unico centro in Italia, tutto statale, è in grado di far fronte alla domanda nazionale, posizione  che nei fatti è molto discutibile.

L’attuale legislazione prevede una produzione nazionale di cannabis media e la possibilità di importare il farmaco dall’estero.

Nonostante tale doppia fonte di approvvigionamento però, nei fatti, tale sistema risulta assolutamente insufficiente nel garantire ai pazienti italiani un accesso soddisfacente  di qualità e a basso costo.

Dal 2007 la cannabis è riconosciuta come farmaco in Italia e se prima i pazienti che si curavano con questa medicina dovevano farlo nella totale illegalità, da dieci anni a questa parte tale diritto viene loro accordato secondo normative di carattere nazionale e regionale.

Il  Ministero della Salute ha completamente sottostimato l’effettivo fabbisogno del pubblico nazionale e si è accordato con i produttori olandesi per una fornitura annuale di 200 kg di cannabis (altri 100 kg sono invece quelli prodotti a livello italiano).

Siccome questo è un farmaco totalmente naturale che segue quindi i ritmi di sviluppo e di crescita di una pianta, ai produttori olandesi è stato impossibile far fronte a tutte le richieste provenienti dall’Italia per tutto il periodo dell’anno.

Gli stessi produttori olandesi, consci di quanto questa mancanza di farmaco possa pregiudicare le persone in trattamento e con un’umiltà sconosciuta ai deputati e senatori italiani, si sono scusati, per la loro parte di responsabilità ovviamente.

Nessuna comunicazione ufficiale arriva dal Ministero della Salute.

Pazienti in cura oncologica, con malattie neurodegenerative e con dolori cronici hanno dovuto abbandonare il solo farmaco che spesso induce loro sollievo.

Per quel che riguarda poi la produzione nazionale, le condizioni previste e realmente implementate dal Ministero della Difesa in collaborazione col Ministero della Salute, non hanno niente a che vedere con i proclami di presentazione del progetto e la soddisfazione dei pazienti

Nello Stabilimento chimico- farmaceutico militare di Firenze attualmente  sono in funzione 2 serre da 20 metri quadrati ciascuna. Ognuna di esse produce 10 chilogrammi di canapa ogni 3 mesi. Con il finanziamento di 1 milione di euro ricevuto dal Ministero della Difesa si è approntata anche un’ulteriore terza serra, pronta e con illuminazione a LED, che si prevede di cominciare a sfruttare verso fine ottobre e con una capacità produttiva di 15 chili. In totale quindi la cannabis made in Italy con le attuali strumentazioni e considerando 4 raccolti annuali potrebbe arrivare a fornire: 140 chilogrammi di marijuana all’anno.

Un quantitativo ancora esiguo, in grado di soddisfare le prescrizioni di cannabis che nel 2017 sono aumentate esponenzialmente rispetto agli ultimi dieci anni.

Il Ministro della Salute ha rivendicato l’importanza del lavoro dei militari a Firenze e nonostante ha dichiarato alle televisioni nazionali di considerare la cannabis come ogni altra medicina, nemmeno un euro è uscito dal budget di questo Ministero per sostenere concretamente gli sviluppi di questo progetto storico.

Il mercato è chiuso, blindato in  un monopolio di Stato.

Morale della favola entrambi: sia i produttori olandesi che gli italiani hanno finito la medicina e non riescono a rifornire la domanda che in tale contesto ha il potenziale di spostarsi sull’offerta illegale.

Con 1500  talee si mette in produzione una  serre da 20 metri quadrati.

Nel frattempo, in Portogallom lo scorso settembre il governo  ha accordato i permessi ad una ditta canadese specializzata in produzione di cannabis terapeutica, la Tilrlay, per cominciare i preparativi per produrre cannabis in Europa. Investimento previsto: 20 milioni di euro. La società prevede inoltre l’annuncio di licenze federali da parte di altri paesi, nonché partnership di ricerca in Portogallo, Germania e altri paesi in tutto il mondo.

La prima fase del progetto, previsto entro primavera 2018, comprende: laboratorio indoor, banca delle genetiche, 10.00 metri quadrati di serra e 1.500 metri di impianti di trasformazione. La seconda fase, entro il 2020, prevede di aggiungere altri 15.000 metri quadrati di serre e ancora 1.500 metri quadrati per la trasformazione della materia prima.

I canadesi hanno sviluppato tecnologie grazie ad una legge favorevole a tale ricerca mentre noi italiani, abili coltivatori non ne abbiamo le possibilità. I canadesi conquistano i mercati noi rimaniamo a guardare e lamentarci per la bassa competitività internazionale.

La auspicata libera concorrenza, il soggetto privato che porta il know how, in Italia è a livello zero.

Ci affidiamo al monopolio di Stato e alle importazioni per paura forse di essere troppo competitivi a livello internazionale?

Con il nuova finanziaria 2018, ancora si ribadisce il monopolio di Stato e  si trasforma in legge la norma sulla produzione e trasformazione della cannabis ad uso medico per garantire la disponibilità in Italia della sostanza ad uso terapeutico già prodotta a Firenze dallo stabilimento chimico-farmaceutico militare.

Il costo di investimento complessivo è  di 2 milioni 300 mila euro  a carico dei fondi di riserva del Mef.

Sono poi stati approvati due emendamenti del M5s che dispongono l’aggiornamento periodico del personale medico, sanitario e socio-sanitario sulle potenzialità terapeutiche della cannabis per uso medico, in particolare sul trattamento del dolore.

Inoltre, in questi emendamenti viene stabilito lo sviluppo di nuove preparazioni a base di cannabis per la distribuzione nelle farmacie, dietro ricetta medica non ripetibile.Infine due emendamenti Pd-Mdp hanno disposto che le preparazioni prescritte dal medico per la terapia contro il dolore siano a carico del servizio sanitario nazionale.

In fondo chi soffre non ha tempo che il Ministero della Salute trovi la voglia di pagare l’ampliamento delle serre di Firenze, che venga autorizzata l’importazione del farmaco dal Portogallo o che gli olandesi rimettano in commercio i loro prodotto o qualche start up possa sviluppare tale modello di business come sta succedendo negli USA.

Chi soffre cerca la sua strada a prescindere dalle convenienze politiche e spiana sentieri di lettura per imprese e società a fianco di chi soffre.

Immaginate l’enorme potenziale della coltivazione in aeroponica, supportata dai dati per aggiungere o ridurre principi bioattivi alla pianta e ai suoi fiori senza trascurare l’effetto congiunto delle frequenze elettromagnetiche indotte. Ma qui entriamo nel mondo della cura e dell’agricoltura quantistica.

P.S.

La prescrizione di cannabis ad uso medico in Italia riguarda (DM 9/11/2015):

  • l’impiego nel dolore cronico e di quello associato a sclerosi multipla e a lesioni del midollo spinale;
  • nella nausea e vomito causati da chemioterapia,
  • radioterapia,
  • terapie per HIV
  • come stimolante dell’appetito nella cachessia, anoressia, perdita dell’appetito in pazienti oncologici o affetti da AIDS e nell’anoressia nervosa; l’effetto ipotensivo nel glaucoma; la riduzione dei movimenti involontari del corpo e facciali nella sindrome di Gilles de la Tourette.

LEGGE 4 dicembre 2017, n. 172

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 16 ottobre 2017, n. 148, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria e per esigenze indifferibili. Modifica alla disciplina dell’estinzione del reato per condotte riparatorie. (17G00186) (GU Serie Generale n.284 del 05-12-2017)

Art. 18 -quater . (Produzione e trasformazione di cannabis per uso medico).

— 1. Lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, autorizzato alla fabbricazione di infiorescenze di cannabis in osservanza delle norme di buona fabbricazione ( Good manufacturing practices-GMP ) secondo le direttive dell’Unione europea, recepite con il decreto legislativo 24 aprile 2006, n. 219, provvede alla coltivazione e alla trasformazione della cannabis in sostanze e preparazioni vegetali per la successiva distribuzione alle farmacie, al fine di soddisfare il fabbisogno nazionale di tali preparazioni e per la conduzione di studi clinici.

2. Per assicurare la disponibilità di cannabis a uso medico sul territorio nazionale, anche al fine di garantire la continuità terapeutica dei pazienti già in trattamento, l’Organismo statale per la cannabis di cui al decreto del Ministro della salute 9 novembre 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 279 del 30 novembre 2015, può autorizzare l’importazione di quote di cannabis da conferire allo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, ai fini della trasformazione e della distribuzione presso le farmacie.

3. Qualora risulti necessaria la coltivazione di ulteriori quote di cannabis oltre quelle coltivate dallo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, possono essere individuati, con decreto del Ministro della salute, uno o più enti o imprese da autorizzare alla coltivazione nonché alla trasformazione, con l’obbligo di operare secondo le Good agricultural and collecting practices (GACP) in base alle procedure indicate dallo stesso Stabilimento.

4. Ai sensi dell’articolo 8, comma 2, della legge 15 marzo 2010, n. 38, in sede di attuazione dei programmi obbligatori di formazione continua in medicina di cui all’articolo 16 -bis del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502, la Commissione nazionale per la formazione continua di cui all’articolo 2, comma 357, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, dispone che l’aggiornamento periodico del personale medico, sanitario e sociosanitario sia realizzato anche attraverso il conseguimento di crediti formativi per acquisire una specifica conoscenza professionale sulle potenzialità terapeutiche delle preparazioni di origine vegetale a base di cannabis nelle diverse patologie e in particolare sul trattamento del dolore.

5. Al fine di agevolare l’assunzione di medicinali a base di cannabis da parte dei pazienti, lo Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze provvede allo sviluppo di nuove preparazioni vegetali a base di cannabis per la successiva distribuzione alle farmacie, che le dispensano dietro ricetta medica non ripetibile.

6. Le preparazioni magistrali a base di cannabis prescritte dal medico per la terapia contro il dolore ai sensi della legge 15 marzo 2010, n. 38, nonché per gli altri impieghi previsti dall’allegato tecnico al decreto del Ministro della salute 9 novembre 2015, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 279 del 30 novembre 2015, sono a carico del Servizio sanitario nazionale, nei limiti del livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato.

Il medico può altresì prescrivere le predette preparazioni magistrali per altri impieghi, ai sensi dell’articolo 5 del decreto-legge 17 febbraio 1998, n. 23, convertito, con modificazioni, dalla legge 8 aprile 1998, n. 94.

7. Per le finalità di cui al comma 1 è autorizzata la spesa di euro 1.600.000 per l’anno 2017 e per le finalità di cui al comma 2 è autorizzata la spesa di euro 700.000 per l’anno 2017. Ai relativi oneri, pari a complessivi 2.300.000 euro per l’anno 2017, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2017–2019, nell’ambito del programma “Fondi di riserva e speciali” della missione “Fondi da ripartire” dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2017, allo scopo parzialmente utilizzando l’accantonamento relativo al Ministero della salute. Il Ministro dell’economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Fonte Carlos Rafael Esposito – Ministero della Salute
Adattamento testo Bartolomeo Uccio Pazienza

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