La cannabis medicinale è anche conosciuta come marijuana medica, è utilizzata per trattare malattie o per alleviarne i sintomi.
I due cannabinoidi – delta-9-tetraidrocannabinolo (THC) e cannabidiolo (CBD) sono utilizzati nel trattamento di alcune malattie o condizioni particolari di salute come: dolore, pressione sanguigna, memoria, concentrazione, appetito, stimoli sensoriali, problemi muscolari e convulsioni.
Vari Stati sono coinvolti nelle attività di legalizzarne la coltivazione e promuovere l’esportazione di prodotti a base di cannabis medicinale, che, secondo alcuni studi, dovrebbero alimentare la crescita innarestabile del mercato della cannabis medica.
Ad esempio, nel gennaio 2018, il governo australiano ha permesso ai produttori di cannabis di esportare cannabis medicinale e prodotti a base di cannabis sul mercato globale.
Il mercato mondiale della cannabis medica ha un valore di 3.520,7 milioni di dollari nel 2017 e si prevede una crescita del 24,4% nel periodo di previsione (2017-2025).
La crescita è determinata dalla crescente approvazione, da parte di Stati sovrani, all’utilizzo dei prodotti medicinali a base di cannabis e dalle crescenti attività di ricerca e sviluppo.
Ad esempio, nel marzo 2017, il parlamento tedesco ha firmato una legge che consente l’uso medicinale della pianta di cannabis consentendo ai professionisti sanitari di prescrivere i prodotti della cannabis medicinale ai pazienti affetti da gravi problemi di salute come dolore cronico, vomito e nausea. Inoltre, è noto che il consumo eccessivo di cannabis induce tachicardia e può aumentare il rischio di attacco cardiaco, in particolare per consumatori con problemi di cardiopatie o aritmie che frenano la crescita del mercato.
I mercati potenziali di cannabis medica, oltre agli Stati Uniti, comprendono Canada, Israele, Australia e Spagna.
Anche il Messico sta esaminando la legalizzazione della cannabis. Ad esempio, nel mese di febbraio 2016 Medical Marijuana, Inc. ha lanciato HempMeds Mexico, un prodotto petrolifero per la canapa CBD in Messico. Con il lancio di HempMeds in Messico, la società intende espandere la propria attività di cannabis in America Latina, aprendo laboratori, strutture di produzione, vendita.
Ci si aspetta che altre economie legalizzeranno il farmaco, una volta ottenute prove conclusive riguardanti la sicurezza e l’efficacia della cannabis attraverso una attività di ricerca approfondita.
La Repubblica Ceca, nel 2013, ha legalizzato la marijuana medica per i pazienti affetti da dolore cronico, epilessia, effetti collaterali indotti dalla chemioterapia, e altre malattie gravi.
La legge consente ai pazienti muniti di prescrizione di acquistare la marijuana medicinale in farmacia. Tuttavia, in alcuni paesi come l’Italia la coltivazione di marijuana non è consentita, e quindi i fornitori del farmaco devono importare cannabis medicinale da altre economie. Ciò implica che esiste un enorme potenziale di crescita dell’industria della cannabis medicinale con forte interesse da parte di società farmaceutiche e biotecnologiche.
In Medio Oriente, solo Israele ha approvato il prodotto della cannabis medica. Inoltre, in Africa, il governo del Lesotho e del Malawi (Sud Africa) ha concesso la licenza per la marijuana medicinale nel 2017. Ad esempio, nel giugno 2017, Verve Dynamics, una società di medicinali alternativi di Cape Town ha ricevuto la licenza dal governo del Lesotho per coltivare la cannabis medicinale cannabidiolo (CBD). Verve Dynamics intende coltivare e produrre prodotti di cannabis medicinali ed esportare questi prodotti in Sud Africa.
Anche la canapa con un tasso di THC inferiore allo 0,6% è consentita in Italia.
Ecco i maggiori players che operano nel mercato globale della cannabis medica:
BOL Pharma, Tilray, Medreleaf Corporation, Aurora Cannabis Inc., Canopy Growth Corporation, Insys Therapeutics, Inc., Aphria, Inc., MGC Pharmaceuticals Limited, GW Pharmaceuticals, plc e Medical Marijuana Inc.
Infine, ricordo che l’Italia importa dall’Olanda un quantitativo di cannabis terapeutica per un valore di duecento milioni di euro: soldi che potrebbero restare sul territorio e che potrebbero essere reinvestiti per sviluppare un settore di ricerca che sta dando grandissimi risultati.
In Italia l’unico autorizzato alla coltivazione è lo stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze, cui il Governo (nel 2014) ha affidato in esclusiva la produzione di medicinali cannabinoidi per i pazienti italiani.
Oggi si appresta a richiedere autorizzazione una altra realtà militare Il CeMiVet struttura dell’Esercito italiano con sede nel comune di Grosseto che ha disposizione in un’area di circa 580 ettari.
La Sicilia, ricordiamo, regione a Statuto speciale, potrebbe adottare un provvedimento autorizzativo alla coltivazione in serra e alla esportazione, rilanciando così il comparto serricolo siciliano a una nuova vita e rilancio economico.
Gli agricoltori siciliani hanno esperienza comprovata, con l’adozione dei nuovi processi di coltivazione idroponico ed aeroponico e il supporto della ricerca, possono immettere sul mercato prodotti a base di cannabis terapeutica fortificata e così ben posizionarsi sui mercati globali differenziandosi dalla concorrenza internazionale.
Dopotutto la cannabis terapeutica è essiccata, occupa poco spazio, ha un valore di mercato pregevole, una shelf life lunga e non è necessario, dal punto di vista logistico il mantenimento della catena del freddo.
Cari siciliani facciamo valere lo Statuto Speciale della Regione Sicilia.
Dott. Bartolomeo Uccio Pazienza
Fonte: Coherent Market Insights: